Mercurio negli alimenti: ecco quali pesci limitare per una dieta sicura

Mercurio negli alimenti: ecco quali pesci limitare per una dieta sicura

Il mercurio è un metallo pesante che si trova naturalmente nell’ambiente, ma le attività umane come l’industria e l’inquinamento hanno aumentato la sua presenza nei mari e nei fiumi. Di conseguenza, il mercurio può accumularsi negli organismi acquatici, in particolare nei pesci. Consumare pesci contaminati da mercurio può rappresentare un rischio per la salute, soprattutto per alcune categorie di persone più vulnerabili come donne in gravidanza, bambini e anziani. In questo articolo analizzeremo quali pesci è meglio limitare per mantenere una dieta sicura e sana.

Cos’è il mercurio e perché è pericoloso?

Il mercurio si presenta in diverse forme, ma quella più preoccupante dal punto di vista alimentare è il metilmercurio. Questo composto organico si forma nei corsi d’acqua attraverso processi naturali e viene facilmente assorbito dagli organismi viventi. I pesci, specialmente quelli predatori e longevi, tendono ad accumulare metilmercurio nei loro tessuti attraverso la catena alimentare, un fenomeno noto come biomagnificazione.

SC - Pesce con simbolo mercurio

L’esposizione al metilmercurio può avere effetti negativi sul sistema nervoso centrale, in particolare durante lo sviluppo fetale e nei primi anni di vita. Nei soggetti adulti, alti livelli di mercurio possono provocare danni neurologici, renali e compromissione delle funzioni cognitive. Per questo motivo, enti come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) hanno stabilito dei limiti di sicurezza per l’assunzione di mercurio attraverso la dieta.

La principale fonte di esposizione al mercurio per la popolazione generale è rappresentata dal consumo di pesce e frutti di mare. È quindi fondamentale conoscere quali specie presentano livelli più elevati di questo contaminante e adottare alcune precauzioni nella scelta degli alimenti.

I pesci con maggior contenuto di mercurio

Non tutti i pesci accumulano mercurio allo stesso modo. Le specie che si trovano ai vertici della catena alimentare, che vivono più a lungo e che sono predatrici, tendono ad avere concentrazioni di mercurio molto superiori rispetto ai pesci di piccola taglia e a vita breve. Ecco alcuni dei pesci che è consigliabile limitare nella dieta:

SC - Pesce con simbolo mercurio

Tonno: Il tonno, soprattutto quello di grandi dimensioni come il tonno pinna gialla, il tonno rosso e il tonno obeso, può contenere livelli elevati di mercurio. Il tonno in scatola, invece, generalmente proviene da specie più piccole e contiene meno mercurio, ma è comunque consigliato non eccedere con il consumo.

Pesce spada: È uno dei pesci più contaminati dal mercurio. A causa della sua lunga aspettativa di vita e della posizione da predatore, il pesce spada può accumulare quantità significative di metilmercurio nei tessuti muscolari.

Altri pesci da limitare e alternative sicure

Squalo: Come il pesce spada, anche lo squalo è un predatore di grandi dimensioni e a lunga vita, e di conseguenza contiene alte concentrazioni di mercurio. Il consumo di carne di squalo è fortemente sconsigliato, soprattutto per donne in gravidanza e bambini.

SC - Pesce con simbolo mercurio

Marlin e luccio: Questi pesci, meno comuni sulle tavole italiane ma comunque presenti sul mercato, sono anch’essi noti per il loro alto contenuto di mercurio. Meglio evitarli o consumarli molto raramente.

Alternative sicure: Fortunatamente, esistono numerose specie di pesci con basso contenuto di mercurio che possono essere consumate tranquillamente. Tra queste troviamo il salmone (meglio se selvaggio), le sardine, le alici, la trota, il merluzzo, il nasello e il pesce persico. Anche i crostacei e i molluschi, come cozze, vongole e gamberi, presentano generalmente livelli molto bassi di mercurio.

Consigli pratici per una dieta sicura e varia

Per ridurre al minimo i rischi associati al mercurio senza rinunciare ai benefici nutrizionali del pesce, è importante seguire alcune semplici regole:

SC - Pesce con simbolo mercurio

Variare le specie consumate: Alternare tra diverse tipologie di pesci e frutti di mare aiuta a ridurre l’esposizione al mercurio e ad altri eventuali contaminanti. Privilegiare i pesci di piccola taglia e a ciclo vitale breve è una scelta più sicura.

Limitare il consumo di pesci ad alto contenuto di mercurio: Gli esperti consigliano di non superare una porzione al mese di pesci come tonno fresco, pesce spada, squalo, marlin e luccio, soprattutto per donne in età fertile, in gravidanza, in allattamento e per i bambini.

Informarsi sull’origine del pesce: Preferire pesci provenienti da zone poco inquinate e da allevamenti controllati può contribuire a ridurre il rischio di contaminazione. Leggere le etichette e chiedere informazioni al pescivendolo di fiducia è sempre una buona pratica.

Conclusioni: il giusto equilibrio tra salute e gusto

Il pesce è un alimento prezioso per la salute, ricco di proteine di alta qualità, acidi grassi omega-3, vitamine e minerali. Tuttavia, la presenza di mercurio in alcune specie impone una maggiore attenzione nella scelta e nelle quantità consumate, soprattutto per le categorie più sensibili della popolazione.

Limitare il consumo dei pesci più contaminati e preferire quelli a basso contenuto di mercurio permette di godere dei benefici del pesce senza correre rischi inutili. Ricordiamo che una dieta varia, equilibrata e informata è la chiave per una salute ottimale, e che il supporto di un nutrizionista può essere utile per personalizzare le scelte alimentari in base alle proprie esigenze.

In definitiva, conoscere quali pesci limitare e quali preferire rappresenta un gesto di responsabilità verso la propria salute e quella dei propri cari, senza rinunciare al piacere della buona tavola e alle tradizioni culinarie che il pesce porta con sé.

Lascia un commento